I green bond e i temi della biodiversità e della conservazione della natura rappresentano una sfida e un'opportunità per aggiungere credibilità e sostenibilità al mercato dei green bond.
La biodiversità del nostro pianeta è minacciata dall'attività umana: l'IPBES sostiene che il 75% degli ecosistemi terrestri e il 66% di quelli marini sono stati significativamente alterati dall'impatto dell'attività umana1. Circa 188 governi si sono riuniti alla COP 15 nel 2022 per fissare obiettivi di conservazione della biodiversità, tra cui quello di proteggere il 30% del pianeta entro il 2030, ripristinare il 30% degli ecosistemi e ridurre l'impatto dei pesticidi. L'Institut Paulson stima in almeno 711 miliardi di dollari l'ammontare annuo degli investimenti necessari per invertire la perdita di biodiversità da qui al 2030, mentre la spesa attuale si aggira tra i 124 e i 143 miliardi di dollari; ciò indica un notevole divario di finanziamento che deve essere colmato2.
I Green Bond possono essere utilizzati per raccogliere fondi per progetti ambientali e sono quindi uno strumento di finanziamento interessante sia per le istituzioni pubbliche che per quelle private. Secondo S&P3, nel 2023 sono stati emessi quasi 600 miliardi di dollari di Green Bond su un totale di circa 1.000 miliardi di titoli etichettati. Tuttavia, la maggior parte dei proventi raccolti dalle emissioni di Green Bond sono attualmente destinati a progetti legati al clima e pochi sono orientati al finanziamento di questioni legate alla biodiversità. La quota di Green Bond che prevedono la conservazione della biodiversità come destinazione dei proventi è aumentata notevolmente negli ultimi anni, passando dal 5% degli strumenti emessi nel 2020 al 16% nel 20234, ma il ritmo è ancora lento. Detto questo, il trend di crescita sembra essere costante e ci sono molti operatori di mercato che spingono in questa direzione.
A questo proposito, lo sviluppo dei blue bond (una variante dei Green Bond adattata specificamente alle attività marine) è un ottimo esempio di innovazione orientata alla biodiversità. La Nordic Investment Bank ha emesso con successo quasi 2 milioni di corone svedesi di obbligazioni per progetti che limitano la quantità di inquinamento scaricata nel Mar Baltico5. È possibile che il mercato non abbia bisogno di ulteriori etichette per orientare i capitali verso la biodiversità, ma questo esempio dimostra che gli investitori sono interessati a questo tipo di tema d'investimento. Sfortunatamente, i blue bond sembrano aver raggiunto un limite: nonostante la forte domanda sul mercato, l'ultimo blue bond emesso dalla NIB risale al 2019, poiché la carenza di attività da finanziare impedisce nuove emissioni.
Uno dei principali fattori che impediscono l'espansione del finanziamento del debito etichettato è la difficoltà di identificare le opportunità e le attività generatrici di reddito nell'ambito della biodiversità. Inoltre, a differenza di quanto avviene per le questioni climatiche, esistono poche metriche per valutare l'impatto dei progetti legati alla biodiversità.
Gli standard di rendicontazione applicati agli impatti delle attività di un emittente sulla biodiversità sono molto meno rigorosi e avanzati di quelli applicati agli obiettivi climatici. L'Unione Europea ha fatto progressi in questo senso, ma è essenziale continuare a lavorare per migliorare la trasparenza. L'allineamento delle politiche nel campo della biodiversità è meno diffuso e iniziative come l'SBTN (Science Based Targets for Nature) sono ancora marginali; tutto ciò significa che non c'è alcun incentivo per le aziende a emettere obbligazioni volte ad aiutarle a raggiungere i loro obiettivi di riduzione dell'impatto sulla biodiversità. Eppure, si tratta di un tema che deve essere pienamente abbracciato se vogliamo realizzare una transizione veramente sostenibile.
In conclusione, se il mercato del debito etichettato vuole continuare a crescere e allo stesso tempo guadagnare credibilità, deve trovare nuovi asset che finanzino un reale progresso ambientale. E nonostante le difficoltà che si incontrano attualmente, gli orizzonti del mercato potrebbero allargarsi grazie alla modifica del quadro normativo e all'introduzione di una nuova tassonomia della biodiversità. Una maggiore trasparenza permetterà di orientare più facilmente i capitali verso il tema della biodiversità, così essenziale per garantire la sostenibilità della nostra attività economica e soprattutto il nostro futuro.
Scritto nel giugno 2024
Mirova è un'affiliata di Natixis Investment Managers.